Chi sono i lanzichenecchi?
Dal tedesco la traduzione è servo del paese. Erano truppe speciali, mercenari di fanteria del Sacro Romano Impero istituiti ufficialmente dall’imperatore Massimiliano I nel 1493. La maggior parte erano volontari, combattevano dietro ricompenso, diventando soldati a tutti gli effetti, nel senso che la vita militare era il loro lavoro per sostentarsi economicamente. Erano pagati ogni cinque giorni e nel caso non fosse disponibile il denaro avevano l’autorizzazione a saccheggiare per la durata di un giorno dove si sarebbero trovati.
Molto noto perché segnato dalle loro terribili gesta è il sacco di Roma, quando nel 1527 i lanzichenecchi al comando Georg Frundsberg assaltarono Roma procedendo a saccheggi e misfatti di ogni genere. Per quasi nove mesi i lanzichenecchi restarono a Roma, depredandola, distruggendola, razziandola. Solo una tremenda peste, che ridusse gli effettivi di molte unità, li costrinse a ritirarsi. Era il 17 febbraio del 1528.
Dei circa 90.000 abitanti, i superstiti erano appena 30.000. Le chiese erano state rovinate, profanate, spogliate dei loro tesori. Molti quadri e opere d’arte furono fatti a pezzi, i monasteri distrutti, quasi nessuna casa fu risparmiata, colpiti specialmente i palazzi dei ricchi che vennero dati alle fiamme. Molte persone furono torturate affinché rivelassero il nascondiglio dei loro beni, le donne violentate. Le vie erano piene di cadaveri, di ubriachi, di feriti, di gente che girovagava senza sapere dove andare, l’acqua del Tevere, si diceva, era diventata rossa dal sangue versato: Roma era uno squallore
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Molto noto perché segnato dalle loro terribili gesta è il sacco di Roma, quando nel 1527 i lanzichenecchi al comando Georg Frundsberg assaltarono Roma procedendo a saccheggi e misfatti di ogni genere. Per quasi nove mesi i lanzichenecchi restarono a Roma, depredandola, distruggendola, razziandola. Solo una tremenda peste, che ridusse gli effettivi di molte unità, li costrinse a ritirarsi. Era il 17 febbraio del 1528.
Dei circa 90.000 abitanti, i superstiti erano appena 30.000. Le chiese erano state rovinate, profanate, spogliate dei loro tesori. Molti quadri e opere d’arte furono fatti a pezzi, i monasteri distrutti, quasi nessuna casa fu risparmiata, colpiti specialmente i palazzi dei ricchi che vennero dati alle fiamme. Molte persone furono torturate affinché rivelassero il nascondiglio dei loro beni, le donne violentate. Le vie erano piene di cadaveri, di ubriachi, di feriti, di gente che girovagava senza sapere dove andare, l’acqua del Tevere, si diceva, era diventata rossa dal sangue versato: Roma era uno squallore
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Insomma l’anno 1527 fu veramente fosco per la storia di Roma.
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