mercoledì 26 dicembre 2018

"La donna con il bambino": nel presepio napoletano è la mamma di Stefano.

Tutti sanno che il 26 dicembre è la ricorrenza di Santo Stefano,il protomartire del Cristianesimo  di cui si parla negli Atti degli Apostoli di San Luca.
Ebbene la ricorrenza si può collegare, ovviamente in termini profani, ai riti presepiali napoletani.
 Diffusissima sul presepe, per lo più in prossimità della grotta infatti appare una  donna col bambino tra le braccia
 La tradizione popolare narra di una vergine chiamata Stefania che, saputo della nascita del Redentore, volle recarsi alla grotta,ma gli angeli non permettevano alle donne non sposate di recarsi a visitare la Madonna.
. Secondo un Vangelo apocrifo infatti la visita alla Madonna era permessa solo alle donne sposate o con prole. Stefania era vedova e senza figli, pur desiderandone; per poter incontrare Maria, sua cara amica, decise così di avvolgere un sasso con un panno, la cui forma ricordava vagamente quella di un bambino in fasce.
 Quando la Madonna la vide si intenerì e le annunciò che a breve le sue sofferenze sarebbero terminate. Ed infatti il sasso, incredibilmente, cominciò a starnutire e si trasformò in neonato. Di qui la festa di Santo Stefano il giorno successivo al Natale.
Secondo un'altra versione popolare Stefania prese una pietra, l'avvolse nelle fasce come se si trattasse di un bambino e, ingannando gli angeli, riuscì a raggiungere la grotta.
Miracolosamente, la pietra starnuti e si trasformò in un bambino che ebbe nome Stefano e così, da allora, il 26 dicembre, si celebra la festa di Santo Stefano.
La donna con il bambino si presta anche ad una lettura storico sociale..
E' la tipica popolana partenopea che camminava, seguita dalla sua numerosa prole per le vie della città in continua ricerca di un'occupazione con cui poter sfamare la famiglia.
E il simbolo dunque della maternità.


sabato 27 ottobre 2018

La Storia Minore

La Storia è una branca del sapere che appassiona.
Vi è  una Storia maggiore, ma anche una minore  e non per questo secondaria.
Infatti il motore della vita è rappresentato dalle piccole cose, senza le quali non accadrebbero quelle grandi. Insomma tutto è azionato dalla storia minore che approfitta degli interessi nobili, ma anche meschini  per oliare gli ingranaggi della civiltà

martedì 2 ottobre 2018

notazioni storiche: La lega lombarda: i suoi natali in Ciociaria.

notazioni storiche: La lega lombarda: i suoi natali in Ciociaria.: Non tutti sanno che la Lega Lombarda è nata in Ciociaria e per l'esattezza ad Anagni Ecco la storia!  Nell'estate del 1159 Pap...

La lega lombarda: i suoi natali in Ciociaria.

Non tutti sanno che la Lega Lombarda è nata in Ciociaria e per l'esattezza ad Anagni
Ecco la storia! 
Nell'estate del 1159 Papa Adriano IV , unico pontefice inglese nella storia della Chiesa - si trovava in Anagni dove solitamente usava risiedere sia per la mitezza del clima che per la sicurezza del luogo.
Preoccupato per le mire espansionistiche di Federico Barbarossa,
convocò in Anagni i rappresentanti (o Legati) delle città (o meglio dei Comuni lombardi di Milano, Brescia, Cremona, Piacenza e Mantova per  predisporre un opportuno piano di difesa contro l'Imperatore invasore
Il 19 agosto del 1159 fu sottoscritto   tra il Pontefice ed i Legati  un Patto ( Pactum Anagninum) che sanciva la costituzione ufficiale di una Lega tra Comuni lombardi e il Papato ("Romano") contro l'imperatore Barbarossa.
L'anno successivo ( il 24 marzo ) la Lega ebbe la definitiva investitura con l'apposita bolla papale - promulgata sempre in Anagni alla presenza di tutti i vescovi lombardi - ma con il nuovo papa, Alessandro III
I Sedici anni più tardi ( maggio 1176 ) l' esercito della Lega Lombarda, all'insegna del Carroccio sconfigge definitivamente, nella battaglia di Legnano, il Barbarossa.
Alla vittoriosa impresa partecipa anche un contingente di fanti laziali inviato dal Papa tra cui 400 anagnini guidati da Giovanni Conti , legato e segretario di Alessandro III.


lunedì 3 settembre 2018

San Gregorio Magno : uno dei più grandi Papi della Chiesa.


Il Santo del giorno è Gregorio Magno
Nnacque a Roma da una famiglia appartenente all'aristocrazia senatoria romana.
 

 Nel tempo della sua prima formazione, soggiornò a Costantinopoli. 
Nel 573 lo si ritrova a Roma in qualità di prefetto della città. In tale veste Gregorio era responsabile dell'ordine a Roma e dintorni e presiedeva anche le riunioni del Senato. Poco dopo si avviò alla carriera monastica: fondò vari monasteri in Sicilia e trasformò in tal senso anche la casa paterna. Papa Pelagio II nel 579 lo inviò a Costantinopoli a rappresentarlo e qui Gregorio restò fino al 586-587.
 Nel novembre 589 una spaventosa inondazione del Tevere aveva messo in ginocchio Roma: le case e soprattutto i granai posti sulla riva sinistra del fiume furono distrutti. A tale catastrofe era seguita un'epidemia di peste che nel febbraio 590 uccise papa Pelagio II. Chiamato a succedergli dalla popolazione romana, tra i primi atti di Gregorio vi fu quello di guidare una processione per implorare la fine dell'epidemia. Furono sette i cortei che si mossero da diverse aree della città per convergere sulla basilica di S. Maria Maggiore. Con questa processione il papa prendeva possesso dello spazio urbano.
Gregorio è noto nella storia della chiesa per avere riorganizzato l'amministrazione dell'ingente patrimonio della Chiesa (forse il più esteso fra tutti nell'Italia bizantina), che fu affidato a rettori da lui nominati. 
 Il papa restaurò inoltre edifici religiosi e fondò nuovi monasteri. Sentendosi responsabile di tutta la città, e non solo dei luoghi sacri, si preoccupò anche della manutenzione degli acquedotti e delle mura cittadine. Fu predicatore attivissimo, e le sue opere, fra cui le Omelie e i Moralia in Iob ("Riflessioni morali sul libro di Giobbe"), ebbero ampia diffusione: in esse raccomandava un modello di vita intensamente cristiana come antidoto contro i mali di un mondo che appariva vecchio, instabile, fragile e destinato a una fine non lontana. Combatté le eresie e gli scismi e si preoccupò di inviare missionari per evangelizzare le popolazioni pagane dell'Inghilterra.
Di lui si sono conservate molte lettere, che costituiscono una fonte importantissima per studiare la storia del suo tempo.
 I ducati longobardi di Spoleto e Benevento minacciavano da vicino i territori bizantini che si trovavano attorno a Roma. Nel difendere questa regione Gregorio non esitò ad assumersi responsabilità militari, intervenendo nell'organizzazione e nella dislocazione delle truppe.
 Nel 604 papa Gregorio moriva e veniva sepolto in S. Pietro. Il suo fu un pontificato intensissimo, che segnò la storia della Chiesa. Gregorio fu l'efficace, attivissima guida politica e religiosa della città di Roma. Egli seppe occupare il vuoto di potere causato dal definitivo spostamento del governo bizantino da Roma a Ravenna, pur rimanendo formalmente obbediente all'imperatore d'Oriente. 
La raffigurazione è del Mantegna

 
 

sabato 1 settembre 2018

notazioni storiche: Il cenobita S Elpidio. Grande è la devozione nel P...

notazioni storiche: Il cenobita S Elpidio. Grande è la devozione nel P...:   Il 2 Settembre si ricorda S. Elpidio. La sua devozione è presente soprattutto nel Piceno dove S. Elpidio a Mare, Porto S. Elpidio ...

Il cenobita S Elpidio. Grande è la devozione nel Piceno.



 

Il 2 Settembre si ricorda S. Elpidio.
La sua devozione è presente soprattutto nel Piceno dove S. Elpidio a Mare, Porto S. Elpidio e S. Elpidio Morico, portano il suo nome.
Si retratta probabilmente   diun Elpidio originario della Cappadocia che sarebbe vissuto come eremita in una spelonca presso Gerico. Sarebbe poi venuto in Italia  dove sarebbe morto, per stabilirvi una comunità monastica o comunque per esercitarvi una forma di apostolato fra il popolo.
Proprio in quell'epoca e cioè nel IV secolo, andava affermandosi i una nuova forma di monachesimo, con san Pacomio, iniziatore del “cenobitismo”, cioè della vita comunitaria, A capo di ogni nucleo c’era l’abate che aveva il compito di fare osservare la regola comune.
Altri ritengono Elpidio il diacono di san Basilio.
. E’ più probabile tuttavia  che il santo sia originario del Piceno e vi abbia trascorso l’intera sua esistenza, conformandosi a una regola ascetica del tutto personale, ma tale da guadagnargli la stima e la devozione della gente nella regione.
Non vi sono comunque dati significativi sulla sua agiografia.
Il polittico è del '400 ed è di Giacomo da Recanati

notazioni storiche: Sant'Egidio Abate,prima eremita, poi abate.

notazioni storiche: Sant'Egidio Abate,prima eremita, poi abate.:     E' il primo Settembre ed il Santo del giorno è Egidio Abate. Secondo la tradizione popolare egli sarebbe giunto da Atene p...

Sant'Egidio Abate,prima eremita, poi abate.

 

 

E' il primo Settembre ed il Santo del giorno è Egidio Abate.
Secondo la tradizione popolare egli sarebbe giunto da Atene per vivere come eremita in un bosco presso la foce del Rodano, nella Francia meridionale, così da attendere con più dedizione al servizio di Dio.
 Il tempo lo trascorreva nella preghiera, fra austerità e digiuni, nutrendosi di erbe, di radici, di frutti selvatici, 
Dormiva sulla nuda terra e suo cuscino era un sasso. Impietosito da tanto sacrificio, il Signore avrebbe mandato ad Egidio una cerva che gli fornisse latte ogni giorno. Ma durante una battuta di caccia l’eremita venne scoperto da Flavio, re dei Goti, ed entrò nelle sue grazie. Per errore, infatti, il sovrano, scagliata una freccia per colpire la cerva, ferì il Santo presso il quale l’animale si era rifugiato. Tra i due nacque un’amicizia e il re che era stato mosso a compassione per l’accaduto, decise di offrire ad Egidio una distesa di terra nella quale costruire un’abbazia.
 Qui, l’anacoreta, in cambio della solitudine  ebbe il conforto di veder prosperare un'attiva comunità di monaci, di cui divenne il padre spirituale fino alla morte, il 1 settembre del 720. 
Il monastero prese il nome di "Abbazia di Saint-Gilles”
 Per i molti miracoli operati, Egidio fu conosciuto in tutta la Francia sotto il nome di “santo taumaturgo”.
Il suo culto si estese anche in Italia ed in particolare a Latronico, piccolo centro della Basilicata dove da quasi tre secoli si rinnova il “miracolo della manna” attribuito al Santo eremita.
Protegge da epilessia.fobie,lebbra, panico.
Agevola lallattamento
Nella storia dell'arte Egidio Santo con la cerva è stato rappresentato da
Hans Memling, 1491 circa. Museo di Arte e Storia Culturale Sant'Anna, Convento Lübeck

Altri Santi
Sant'Egidio da Sansepolcro, monaco benedettino. (†1050)
Sant'Egidio di Casaio, monaco cistercense
(†1250 circa)
     
     

sabato 19 maggio 2018

notazioni storiche: Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire...

notazioni storiche: Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire...: Un detto popolare celebre è  Le ginocchia fanno Giacomo Giacomo. Perchè? Non vi sono interpretazioni univoche. Comunque, attorno a q...

Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire con più interpretazioni.

Un detto popolare celebre è
 Le ginocchia fanno Giacomo Giacomo.
Perchè?
Non vi sono interpretazioni univoche. Comunque, attorno a questa tipica espressione popolare sono state formulate tre vie interpretative: la prima legata al mondo contadino francese, la seconda legata al cammino di Santiago e infine la terza legata al suono onomatopeico.
 Derivazione francese:
Nel 1358 durante la guerra dei Cent'anni, un gruppo di contadini francesi esasperati dal peso delle tasse, diedero il via ad una rivolta.
In quel periodo i contadini usavano indossare “la Jacque”, una giacchetta leggera irrobustita con fili di ferro, dalla quale gli aristocratici presero spunto per identificarli in modo dispregiativo, con l'espressione “Jacques Bonhomme” ossia “vigliacco” o “imbecille"
Successivamente in Francia divenne popolare il modo di dire: “Faire le Jacques” che si può tradurre in italiano con: “fare lo sciocco o fare il vigliacco” e propri quest'ultima indicherebbe il rumore delle ginocchia dei contadini che tremavano per la paura, di fronte alle milizie.
 Una seconda interpretazione ritiene invece che il termini derivi dall'implorazione dei pellegrini verso San Giacomo, i quali chiedevano il suo aiuto per proseguire il lungo cammino nonostante le ginocchia vacillanti per la stanchezza
L'ultima ipotesi si basa infine  sul suono onomatopeico dello scricchiolio delle ginocchia quando sono particolarmente stanche, che farebbero quindi “giac giac” o “ciac ciac”.