martedì 20 aprile 2021

Il secondo concilio di Costantinopoli: la conferma dei dogmi cristologici definiti nei precedenti concili e l'affermazione della perpetua verginità di Maria.

 
Non si placa l'inquietudine nella Chiesa  anche dopo  primi 4 concili ecumenici (Nicea, Costantinopoli I, Efeso e Calcedonia) e ciò è da ascriversi soprattutto all'eresia monofisita  introdotta dall'archimandrita Eutiche  e secondo la quale  la natura umana di Gesù era assorbita da quella divina e dunque in lui era presente soltanto la natura divina.
L'eresia  persisteva malgrado fosse stata  condannata dal Concilio di Calcedonia nel 451: i monofisiti infatti erano  ancora numerosi e conservavano ancora molti agganci presso la corte di Costantinopoli.
Tra le massime figure a loro favorevoli vi era la coniuge di Giustiniano, l'imperatrice Teodora.
Ebbene l'imperatore Giustiniano I, su cui influì secondo gli studiosi  in modo rilevante l'imperatrice Teodora,  convocò il quinto Concilio ecumenico di Costantinopoli nel 553, proprio per superare le controversie e riaffermare in termini inequivocabili le verità bibliche riconosciute  dai quattro concili precedenti. Si temeva in particolare secondo alcuni  che la definizione di Calcedonia segnasse una ricaduta nell'errore nestoriano, suddividendo Cristo in due persone.
Al concilio, a causa dell'assenza del Pontefice Vigilio, parteciparono molto più vescovi orientali che occidentali.
Il Concilio si riunì il 5 maggio 553 nella basilica di Santa Sofia la Cattedrale di Costantinopoli

Il patriarca di Costantinopoli Eutichio presiedette il sinodo: 165 vescovi dei quali 8 africani sottoscrissero i decreti del concilio nel quale vennero condannati i tre Capitoli e le teèorie di Origene,

Per conto dell'imperatore  infine il patriarca Eutichio pretese l'approvazione dei canoni conciliari di condanna del nestorianesimo. 

Il Concilio ribadì conclusivamente  la posizione di Calcedonia e  condannò il nestorianesimo attraverso quattordici anatemismi contro i Cosiddetti tre Capitoli ovvero alcuni scritti nestoriani compresi quelli di Teodoro di Mopsuestia ormai considerato il padre dell'eresia. 

Altri atti notevoli furono la condanna dell'apocatastasi, ovvero la salvezza universale e l'affermazione della verginità perpetua di Maria.
Fu altresì nel II Concilio di Costantinopoli del 553 che venne cancellata la dottrina della reincarnazione e vennero condannati gli scritti reincarnazionisti di Origene, uno dei primi Padri della Chiesa.
Il secondo concilio di Costantinopoli fu dunque un ulteriore tassello importante nella costruzione dogmatica della Chiesa, anche se  non riuscì  nell'obiettivo di riconciliare i cristiani copti dell'Egitto ( sostenitori del monofisismo) con la Chiesa.






giovedì 1 aprile 2021

Il Concilio di Calcedonia del 451: riaffermazione dei dogmi della trinità e dell'incarnazione-

  Il Concilio di Calcedonia  nel 451 rappresenta  l'ultimo dei concili ecumenici dei primi secoli della Chiesa  che hanno avuto un ruolo fondamentale nel combattere eresie e controversie cristologiche. 

Approfondiamone il contesto storico geografico.

Il  Concilio di Nicea nel 325 contrasta, come è noto, l’eresia ariana e ribadisce  con chiarezza la divinità di Gesù Figlio Unigenito di Dio Padre.
Il concilio di Costantinopoli  nel 381 perfeziona il Credo niceno mentre quello di Efeso, del 431  definisce  Maria come Madre di Dio.
Comunque non  tutto si appiana dal punto di vista dottrinale al termine dei tre concili.
Infatti è pur vero che  venti anni prima ad Efeso contro Ario e Nestorio si era ribadita la divinità di Cristo, da cui derivava la vera maternità divina di Maria, ma è altrettanto vero che residuavano  resistenze in senso opposto .
 
In particolare il monaco Eutiche, e i suoi molti discepoli che circolavano nelle comunità anche più lontane, attiravano le folle con un credo perfettamente rovesciato: per loro Cristo era vero Dio, sì, ma uomo solo in apparenza, perché la natura divina trascendeva e cancellava quella umana. 

Eutiche dunque parlava di una sola persona, ma con  una sola natura, tutta e solo divina. Ebbene Il concilio di Calcedonia, "l'odierna Kadikov un quartiere di Istanbul)  sancì l'accordo tra l’imperatore, a Costantinopoli, e Papa Leone, a Roma.

Al culmine dei giorni del Concilio, 25 ottobre 451, nell’assemblea presieduta personalmente dall’imperatrice Pulcheria, i 600 vescovi proclamarono solennemente il decreto della fede facendo riferimento esplicito – particolare di gran rilievo storico – alla “lettera” del Papa Leone al vescovo Flaviano, patriarca di Costantinopoli.  Gregorio Magno in una famosa lettera (I,24), in cui il papa dichiarava  “di accogliere e venerare, come i quattro libri del santo Vangelo, i quattro Concili”, perché su di essi - ( sempre affermazioni di Gregorio) - “come su una pietra quadrata si leva la struttura della santa fede”.

Il Concilio dunque affermò in estrema sintesi  l’unica persona di Cristo in due nature, la natura divina e quella umana Il Concilio di Calcedonia inoltre riconobbe , nelle sue conclusioni, al Papa il primato  della Chiesa di Roma e sancisce la parificazione  di Tutti i Vescovi sia occidentali sia orientali. Furono affermate dunque regole precise con disposizioni riguardanti, sì, la fede, ma anche la vita concreta di vescovi, presbiteri, diaconi, fedeli tutti. 

Fu dunque tutto risolto con il Concilio di Calcedonia che ribadiva in  grandi linee i dogmi della Trinità e dell'Incarnazione affermati nei concili precedenti? Certamente no!Perché  ne derivò una spaccatura radicale mai più appianata fra i sostenitori duofisiti e gli oppositori i monofisiti. 

Lo scisma dilagò a macchia d'olio  anche perché interagirono fattori di natura politica che portarono alla diversificazione di Chiese  Calcedoniane e Chiese non Calcedoniane.