lunedì 7 novembre 2011

Il nartece.

Moltissime chiese, basti pensare ad alcune stupende di Roma, presentano nella loro struttura architettonica il nartece che ha la funzione ci collegare le navate con l’esterno della chiesa
Collega le navate con l'esterno della chiesa, ed ha la funzione di un corto atrio largo quanto la chiesa stessa.
Il nartece è una struttura tipica delle basiliche dei primi 6-7 secoli del Cristianesimo.
Anticamente il nartece il cui termine ha origine greca aveva la funzione di ospitare catecumeni e pubblici penitenti ma, perse queste funzioni, è andato scomparendo a partire dalVII secolo.
La sua funzione era quella di ospitare i catecumeni e i penitenti non ancora pienamente ammessi alle funzioni liturgiche.
Con il trascorrere dei secoli, per ricevere il battesimo non era più necessario seguire un percorso catecumenale perché questo sacramento veniva sempre più amministrato ai bambini. Venne così meno l'esigenza di dotare le chiese di questo particolare spazio, e di fatto esso non si trova più nelle costruzioni recenti.
Se è una struttura interna alla chiesa, si dice endonartece, se invece è un porticato esterno (tipicamente un residuo formale del quadriportico), il nome specifico è esonartece, a Ravenna detto ardica.
Il nartece ha trovato ampio utilizzo anche in periodo romanico (secoli X e XI) e gotico (secoli XII e XIII). In particolare nello stile gotico, il nartece è ben visibile anche dall'esterno dell'edificio, poiché costituito da una torre centrale più grande e due laterali di dimensioni minori, o viceversa.

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