lunedì 31 ottobre 2011

Luddismo e neoluddismo.

All’inizio del XIX secolo si sviluppò in Inghilterra il luddismo, un movimento popolare contraddistinto dalla strenua lotta all’introduzione delle macchine.Vai a: navigazione, cerca
Le macchine erano considerate la causa della disoccupazione dei bassi salari già da fine Settecento e la legge ne puniva duramente la distruzione o il danneggiamento.
Nel nome del luddismo la protesta si allargò e gli operai, ritenendosi impoveriti dall’introduzione delle macchine, colpirono impianti, macchine e prodotti.
Il movimento luddista anticipò gli elementi costitutivi del sindalismo ed in particolare delle Trade Unions che ebbero un ruolo fondamentale in Gran Bretagna nella definizione di rapporti normativi più equi per i lavoratori.
Il termine luddismo ha avuto un ritorno di interesse in epoca recente, in seguito alla clamorosa presa di posizione contro l’informatica, internet e le nuove tecnologie da parte del cantante pop Elton John che ha sempre professato una società libera da schemi e gabbie tecnologiche.

L'arte del Fayyum

 
In questi ultimi anni si stanno riscoprendo i ritratti del Faiyum,cioè una serie di ritratti funerari romano-egizi che furono ritrovati in varie parti dell'Egitto (originariamente papiri dell'età tolemaica) ma particolarmente nell'area del Faiyum (El FaiyÃm), circa 80 km a sud del Cairo. Questi ritratti rappresentano sovente la testa e le spalle del defunto e sono dipinti a encausto o tempera su legno o tela a grandezza naturale e facevano parte di un sudario in cui era avvolto il viso della salma. Nella tradizione accompagnavano alla sepoltura i defunti il cui aspetto era quasi sempre giovanile, poiché il ritratto era eseguito quando il defunto era ancora in vita.
Diverse centinaia di esemplari giunti fino a noi (British Museum, Londra, Louvre, Parigi, e altre collezioni) sono testimonianza della pittura ellenistico-romana e sono improntati generalmente ad un realismo individuale cui sostituisce con il passare del tempo una certa stilizzazione astratta.
Sono anche pregevoli le stoffe del Fayyum in lana e lino, decorate in bianco e nero ed anche a colori. che risentono anche di influenze orientali siriache ed iraniche od anche bizantine.

Ci vediamo a Filippi!

E’ una celebre espressione di cui è opportuno richiamare alla memoria l’origine e le sue radici che affondano nella storia romana.
Dopo l’assassinio di Caio Giulio Cesare, i congiurati guidati da Bruto e Cassio, giunsero allo scontro finale con le legioni guidate dai triumviri Antonio, Lepido e Ottaviano (il futuro imperatore Augusto). La battaglia si svolse appunti a Filippi, città macedone, nel 42 a.C. e terminò con la vittoria dei triumviri e con il suicidio di Bruto e di Cassio.
Ebbene in un passo di Plutarco - poi ripreso da Shakespeare nel suo Julius Caesar - Bruto di cui si ritrae un suo disegno riceve in sogno la visita di un fantasma (probabilmente Cesare) che rivolto a lui pronuncia la celebre frase Ci vedremo a Filippi.
La Storia ci dice che proprio nella battaglia di Filippi il Cesaricida morirà per mano di Antonio: questa espressione viene quindi usata per intimare, spavaldamente, a un avversario la certezza della propria vittoria o per annunciare un futuro regola di conti.
E’ indubbiamente un’espressione ricorrente e di effetto nel contesto di un discorso tra due interlocutori.

domenica 30 ottobre 2011

Il segreto di Pulcinella.



Tempo fa mi dilettavo a scrivere storielle curiose e bizzarre
Eccone una!
REGOLE CANONICHE PER I SERVIZI SEGRETI
"La migliore segretezza è la pubblicità; sembra un non senso, ma è la semplice verità"
Tutti gli apprendisti alla scuola dei servizi segreti restarono attoniti di fronte alle parole del maestro degli spioni da cui si aspettavano l'insegnamento su sofisticatissime tecniche di segretezza. Invece l'insegnante espose nell'ora di lezione l'importanza di tenere sempre i cassetti aperti e di lasciare la scrivania cosparsa di carte messe alla rinfusa senza alcun ordine e riservatezza
Ed ancora."Sapete qual è la differenza tra una notizia secret ed una top secret? Se non lo avete ancora appreso, ve lo dico io. La notizia secret va letta rapidamente e poi cestinata. La notizia top secret va cestinata senza nemmeno leggerla. E' paradossale quanto vi dico , ma dimostra che l'informazione a carattere riservato non può esistere già nel momento che qualcuno ne sia a conoscenza.
Infatti appena qualcuno conosce qualcosa che ritiene documentata o classificata è per natura spinto a trasferirla ad un altro preoccupandosi però di fargli notare che è riservata. Cosi facendo, come per incanto, la notizia si diffonde in modo anche deformato magari tornando all'origine completamente travisata e ricca di particolari costruiti nel processo di trasmissione ."
Coloro che studiavano per diventare spie si convinsero della giustezza di queste idee e corsero subito ad aprire casseforti ed abolirono codici criptici e cifrati. Da allora nacque il vero regime di riservatezza basato sulla pubblicità delle notizie che soltanto per alcuni addetti ai lavori avrebbe rappresentato una fruttifera miniera di informazioni segrete.
Naturalmente è una provocazione!
Dobbiamo tuttavia prestare attenzione che poi il tutto non si riveli un segreto di Pulcinella di felice memoria nella storia della maschera napoletana.

sabato 29 ottobre 2011

La colomba pasquale autentico simbolo della pace:storia e leggenda.



Continuiamo questa breve scorribanda pasquale parlando della colomba ancora una volta pregnante simbolo del Cristianesimo e dolce delizioso delle feste di Pasqua.
E’ il simbolo dell’anima e con tale significato appare sui più antichi sarcofagi cristiani ed al tempo stesso è stata immortalata nella pittura dal grande Pablo Picasso.
In tutte le epoche è stata utilizzata come simbolo dello Spirito Santo: i vangeli di Marco e Luca, infatti, raccontano che durante il battesimo di Gesù lo Spirito di Dio scese su di lui come una colomba.
La colomba appare nelle raffigurazioni dell’Annunciazione,come simbolo dello Spirito Santo che scende su Maria.
Carica di significato simbolico è l'abside di San Clemente ove sono raffigurate 12 colombe sulla Croce.
Se invece ha un ramoscello di ulivo nel becco, la colomba simboleggia la pace: ricorda l’alleanza tra Dio e l’uomo stabilita dopo il diluvio universale, quando Noè fece volare la colomba fuori dall’arca e questa tornò con un rametto d’ulivo .


La colomba, intesa come dolce, sembrerebbe abbia profonde radici nell’epoca medioevale; risalirebbe infatti al periodo di Re Alboino che, come è noto discese in Italia con le sue truppe ed assalì Pavia. Si narra che si presentasse aI sovrano, prima di dare alle fiamme la città e passare gli abitanti di spada, si presentò a parlare un vecchio artigiano con dei pani dolci a forma di colomba: "Sire, io ti porgo queste colombe quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”. All'assaggio i pani risultarono così buoni da spingere il sovrano ad una promessa: "In onore di queste colombe, rispetterò la città e i suoi abitanti".
La colomba pasquale è legata anche ad un’altra leggenda,che risale al tempo della battaglia di Legnano (1176), vinta della Lega dei Comuni lombardi contro Federico Barbarossa.
L’idea del dolce sarebbe nata ad un condottiero del Carroccio, che avrebbe fatto confezionare dei pani a forma di colomba in omaggio ai tre volatili bianchi, simbolo di protezione suprema, che durante la battaglia si erano posati sopra alle insegne lombarde.

Cupio dissolvi.


Alla lettera: desidero essere dissolto,disfatto, morire.
E’ una frase tragica detta da coloro che, vinti dalla vita, incapaci di sopportare la sconfitta e di tentare una rivincita sono presi da grande sconforto il cui epilogo è soltanto l’annientamento. Preso come senso di liberazione-
Per i mistici è un’altra cosa perché rappresenta invece una vera ascesi, un lasciarsi trasportare in Dio, annientando sé stessi.
Il concetto lo si trova nella lettera di San Paolo ai Filippesi quando dice:Sono messo alle strette fra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assi meglio, d’altra parte è più necessario per voi che io rimanga nella carne.
Alla lettera: desidero essere dissolto,disfatto, morire.
E’ una frase tragica detta da coloro che, vinti dalla vita, incapaci di sopportare la sconfitta e di tentare una rivincita sono presi da grande sconforto il cui epilogo è soltanto l’annientamento preso come senso di liberazione.
Questo è il significato prevalente, anche se l'origine della frase è data dalla Vulgata cristiana
Per i mistici infatti Cupio dissolvi è proprio un’altra cosa perché rappresenta invece una vera ascesi, un lasciarsi trasportare in Dio, annientando sé stessi.
Il concetto lo si trova nella lettera di San Paolo ai Filippesi quando dice:Sono messo alle strette fra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assi meglio, d’altra parte è più necessario per voi che io rimanga nella carne.

mercoledì 26 ottobre 2011

Golem: il prototipo del robot.



Il Golem secondo la leggenda, chi viene a conoscenza di certe arti magiche può fabbricare un golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, che può essere usato come servo, impiegato per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Può essere evocato pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche.
Il Golem era dotato di una straordinaria forza e resistenza ed eseguiva alla lettera gli ordini del suo creatore di cui diventava una specie di schiavo, tuttavia era incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché era privo di un'anima e nessuna magia fatta dall'uomo sarebbe stata in grado di fornirgliela.
Molte sono le narrazioni sul Golem e la sua origine; la più famosa èquella che riconduce a Praga.
Si narra che nel XVI secolo un mago europeo, un rabbinol di Praga cominciasse a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell'argilla e risvegliandoli scrivendo sulla loro fronte la parola "verità". C'era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene: il mago decideva di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in "morte" ; ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava.
Ripreso il controllo della situazione, il mago decise di smettere di servirsi dei golem che nascose nella soffitta della Sinagoga Staronova, nel cuore del vecchio quartiere ebraico, dove, secondo la leggenda, si troverebbero ancora oggi.
Insomma il Golem anche se leggendario a buona ragione puà definirsi il prototipo del robot.

martedì 25 ottobre 2011

Il calendario:origine e storia.

Cosa è anzitutto un calendario? E' la ripartizione sistematica del tempo per scopi civili e religiosi in giorni, mesi ed anni.
Il giorno corrisponde alla rotazione terrestre sul proprio asse; il mese  corrisponde ad unnumero di giorni non molto diverso dal periodo di lunazione (29 giorni e mezzo); l'anno corrisonde al tempo di rivoluzione della terra intorno al sole
I  calendari possono essere lunari (musulmano) semilunare (ebraico) e solare che è alla base sei calendari giuliano e gregoriano.
Il calendario giuliano venne introdotto nel 46 a.c. da Giulio Cesare su consiglio dell'astronomo Sosigene ed introduce un anno bisestile di 366 giorni ogni tre anni; in tal modo l'anno risulta mediamente di365,25 giorni. In tal modo tuttavia si accumula negli anni un ritardo nella datazione.
Quando si parla di calendario giuliano non si può prescindere dalla figura di Dionigi il piccolo che fu un dotto monaco originario della Scizia, che visse a Roma tra la fine del  V e linizio del VI secolo..
È famoso per avere calcolato la data di nascita di Gesù, collocandola nell'anno 753 dalla fondazione di Roma e per avere introdotto l'usanza di contare gli anni a partire da tale data (anno Domini. Così, essendo il fondatore dell'era cristiana,  Dionigi è considerato anche il fondatore della cronologia storica generale.
Nel 1582 papa Gregorio XIII introduce l’ultima riforma che interessa il nostro calendario. Egli modifica il conteggio degli anni facendo sì che gli anni multipli di 100 fossero bisestili solo se divisibili per quattrocento. Dunque gli anni 1800, 1900 e 2100 sebbene divisibile per quattro non sono bisestili, mentre lo è il 2000. Con questo sistema la durata dell’anno civile medio è di 365,2425 giorni, con uno scarto i soli 0,0003 giorni (Ciò significa che le stagioni si spostano di 3 giorni ogni 10000 anni) che è la migliore approssimazione a cui il nostro calendario è giunto. Inoltre, per far sì che l’equinozio di primavera fosse di nuovo il 21 Marzo, papa Gregorio abolì per il 1582 i giorni dal 5 al 14 d’ottobre facendo sì che al 4 d’ottobre 1582 seguisse istantaneamente il 15 ottobre. Questo è il calendario correntemente in uso.

Siccome tale riforma è avvenuta dopo la scissione della chiesa ortodossa, non tutte le popolazioni hanno assunto questo tipo di calendario, alcuni paesi asiatici ad esempio lo hanno accettato solo di recente (ventesimo secolo).

Santi guaritori e protettori.


La santità nella religione cattolica è una cosa seria perché ognuno di noi ha in sé le potenzialità per diventare santo.
Molto meno seria è la storia dei santi proclamati non dall’autorità religiosa, ma dalle credenze dei popoli.
La storia dei Santi ha assunto dunque un grande interesse culturale perché è un mix tra fede  e credenza popolare.
Sono tanti i santi protettori, guaritori e taumaturgi da trovarci al  cospetto di un inconsapevole politeismo. Ne abbiamo tanti.
Nella religione cattolica proprio il tipo del martirio subito, determina, in molti casi, la "specializzazione" del Santo taumaturgo.
Tanto per citarne alcuni:
Così S. Eustorgio, primo vescovo di Milano, che ebbe il cranio spaccato da un colpo d'ascia, guarisce il mal di capo.
S. Agata, patrona di Catania, cui furono amputate le mammelle, cura le malattie del seno.
S. Apollonia, cui furono strappati i denti cura, manco a dirlo, gli stessi.
Questo vale anche per S. Biagio, specialista delle malattie della gola, per aver tolto una lisca di pesce dalle fauci di un bambino che stava per soffocare.
A volte la cosa nasce da strane evenienze. Cosi S. Raimondo vescovo spagnolo, detto Nonnato (non-nato) per essere venuto alla luce con taglio cesareo dalla madre morta, è il protettore delle gestanti e dei neonati.
n certi casi la specializzazione nasce semplicemente da certe assonanze del nome che ricordano alcune parti del corpo.
Cosi S. Aureliano è preposto alla cura delle malattie delle orecchie perché il suo nome ricorda la parola "aures".
S. Fara, vergine badessa del VII sec,, deve al suo nome la proprietà di rendere più acuta la vista. E per lo stesso gioco fonetico in Francia S. Saturnino, detto Atourdy, cura le sindromi vertiginose e così via.
Ed ancora San Matteo è il patrono di Salerno e dei ragionieri ed esattori delle tasse, in considerazione della sua professione di gabelliere
E per chiudere questa carrellata Sant'Aquilino protettore dei facchini

Sufismo e Dervisci.

Nelle religioni monoteistiche assumono grande importanza le correnti mistiche,
Per quella islamica la corrente rilevante è il  Sufismo che è la forma di ricerca mistica (da Mysticos, cioè "pertinente l'iniziazione") tipica della cultura islamica.
Il sufismo viene a volte definito come l'unione antica del Cristianesimo e del neoplatonismo, che diede vita ad una forma di ricerca interiore, il misticismo dell'Islam.
E’ la scienza della conoscenza diretta di Dio; le sue dottrine e i suoi metodi sono derivati dal Corano, anche se il sufismo utilizza concetti derivati da fonti tanto greche come persiane antiche e indù
La grande diffusione del sufismo non è tuttavia sempre vista di buon occhio dai musulmani ìortodossi che ne sospettano talora  che potrebbe  portare a trascurare il dispositivo
formale della Legge religiosa in modo considerato arbitrario e peccaminoso.Col termine dervisci si indicano i discepoli di alcune confraternite islamiche (turuq) che, per il loro difficile cammino di ascesi e di salvazione, sono chiamati a distaccarsi nell'animo dalle passioni mondane
Si possono considerare come degli asceti che vivono in mistica povertà, simili ai frati mendicanti cristiani.

lunedì 24 ottobre 2011

L'agiografia

Una visita accurata di una chiesa richiede l’ausilio di fonti culturali e tr questeun approfondimento agiografico.
Per agiografia si intende il complesso delle testimonianze che costituiscono la memoria della vita di un santo e del culto a lui tributato: testi scritti, ma anche rappresentazioni iconografiche, epigrafi monumenti e addirittura oggetti di vario genere comunque finalizzati al ricordo del personaggio in questione e alla promozione della venerazione nei suoi confronti.
Particolare cura è data alla produzione letteraria comprensiva di testi narrativi (Passiones, vite, raccolte di miracoli, relazioni su traslazioni di reliquie), e di quelli a carattere liturgico (martirologi e calendari) e dalla produzione poetica ed innologica
L’agiografia non va confusa con l’angelologia che studia gli angeli e tanto meno con l’angiologia (una branca dell’anatomia che studia i vasi arteriosi e venosi).

domenica 23 ottobre 2011

Con le pive nel sacco.

Questo modo di dire rientra nell'ambito delle espressioni polirematiche (dal greco πολι-, molti e ρημα, parola) che si riferiscono a forme composte da più parole, che sono usate come un tutto unico, come ad esempio anche a iosa, capro espiatorio, gettare ai cani, cadere dal cielo Il termine pive è una designazione generica per vari strumenti musicali a fiato come il piffero, lo zufolo e in particolare la cornamusa.

Il detto deriverebbe dall'antica usanza militare ancora diffusa di suonare la tromba o la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria.
In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali che rimanevano chiusi negli appositi sacchetti di custodia oppure negli zaini dei soldati (nel sacco).
Una seconda ipotesi vede invece l'origine del modo di dire in un'usanza tipica del periodo natalizio, quando gli zampognari girano per il paese suonando cornamuse, zampogne o ciaramelle per raccogliere denaro alle porte delle case. Anticamente si accettavano anche doni di altro tipo, come cibo e vestiti, che venivano riposti in un sacco di iuta. Se si ricevevano pochi doni, nel sacco semivuoto c'era abbastanza spazio per mettere anche le pive.
L'espressione italiana con le pive nel sacco, spesso utilizzata in congiunzione con forme verbali predefinite come nelle frasi «ritornare, rimanere, ritirarsi con le pive nel sacco,significa dunque delusione e umiliazione per non aver ottenuto ciò che si voleva.

sabato 22 ottobre 2011

La croce e la sua simbologia.

La simbologia della croce è molto antica ed affonda le sue radici nell'antica Mesopotamia: in particolare la croce, era simbolo del pianeta-dio Nibiru nella cosmogonia sumera, poi del dio Tammuz (Dumuzi in sumero) degli abitanti di Tiro, rappresentante fondamentalmente l'organo genitale maschile. (Tammuz non era altro che il dio della Fertilità).
La croce tuttavia ha avuto la sua massima espansione nel Cristianesimo secondo cui rappresenta il simbolo dell'amore di Dio.

Secondo una leggenda l'albero dal quale fu ricavato il legno della Croce nacque da uno dei tre semi (cedro, cipresso, pino) posto nella bocca di Adamo alla sua morte. Secondo un'altra versione della leggenda, nella bocca di Adamo alla sua morte fu posto un ramoscello dell'Albero della Vita donato al figlio Set dall'Arcangelo Michele, che poi crebbe dando vita ad un nuovo albero.
La tipologia della croce è molto ampia.

La croce latina ha il montante più lungo della traversa ed è tipica della chiesa occidentale.
Insieme con la croce greca, è la forma più comune che rappresenta la croce della crocifissione di Gesù.
La croce greca è adottata dalla chiesa ortodossa ed ha i bracci di uguale lunghezza ed è una delle forme cristiane più comuni in uso comune nel VI secolo.
A forma di lettera T. è quella usata da San Francesco d'Assisi la usò come suo simbolo.

La croce a forma di X è associata a Sant'Andrea, patrono della Scozia, della quale ne è il simbolo nazionale. La forma è quella della croce sulla quale si dice che Sant'Andrea sia stato martirizzato.
Una croce con la traversa posta vicino alla base. È associata a San Pietro per la tradizione che sia stato crocifisso a testa in giù.

Questo solo per descrivere le tipologie più note di un simbolo universale che appartiene a tutte le religioni e che rappresenta l’insegna di molte organizzazioni luminose nella storia come ad esempio la croce rossa.
Nel riquadro una bellissima immagine di una croce di montagna.

giovedì 20 ottobre 2011

Il simbolo del papavero



Secondo un’antica leggenda l’ultimo re di Roma Tarquinio il superbo per far vedere al figlio il metodo migliore per impossessarsi della città di Gabi fece buttare giù con un bastone i papaveri più alti del suo giardino.
Ciò stava a significare che si dovevano prima distruggere le più alte cariche, le persone più importanti ed autorevoli.
Il papavero quindi è associato al simbolo del potere e non è un caso che si parla di “ grossi papaveri” per indicare il simbolo del potere.
Una volta il fiore di papavero veniva anche usato per rappresentare la fedeltà: si prendeva un suo petale e si posava sul palmo della mano e si colpiva con un pugno, se si sentiva un rumore come di schiocco voleva dire che l'amato/a era fedele.
Un’altra tradizione vuole che fosse considerato il simbolo del sonno: il dio Morfeo veniva infatti rappresentato con un grande fascio di papaveri tra le braccia.
Secondo lo scrittore e poeta John Ruskin,a causa del suo colore rosso non è possibile immaginare un tipo di fiore più completo, più genuino e assolutamente puro; dentro e fuori tutto fiore. Nessuna limitazione di colore dappertutto, nessuna esteriore volgarità, nessun segreto interiore; aperto al sole che l'ha creato, finemente rifinito sopra e sotto, fin giù al più estremo punto di innesto".
E' un simbolo ricorrente nel poppy day di Londra.

Placebo

Questo termine (placebo futuro semplice del verbo placeo- places-placui-placitum-placere) tradotto in italiano io piacerò è molto usato in medicina e farmacologia.
Quando è messa al commercio una nuova molecola è necessario procedere a varie sperimentazioni che culminano in una fase finale in cui si scelgono alcuni pazienti volontari.
Di questi alcuni assumono il prodotto in via di sperimentazioni ed altri il placebo cioè in sostanza acqua fresca : tutto ciò al fine di rapportare il prodotto in termini scientifici con sostanze innocue ed inerti come l’acqua.
Ma qual è dunque l’origine di questo termine ricorrente?
Per accontentare malati immaginari, i medici talvolta prescrivono dei farmaci che non contengono alcuna sostanza attiva.
Ne deriva una suggestione che influisce sul morale del paziente, in senso benefico.
E’ famoso il caso ad esempio di una signora che confessò d’essersi sentita meglio dopo che aveva cominciato a prendere, secondo la ricerca del medico, tutte le mattine dieci gocce di acqua
L’effetto placebo molte volte è prodotto molte volte anche dalla presenza rassicurante di un medico che di per sé per molti medici può essere una vera e propria medicina.

lunedì 17 ottobre 2011

La topologia

Nella matematica moderna la topologia o studio dei luoghi (dal greco τόπος, tópos, "luogo", e λόγος, lógos, "studio") rappresenta un’importanti branche della matematica moderna.
Si incentra sullo studio delle proprietà delle figure e delle forme che non cambiano quando viene effettuata una deformazione senza "strappi", "sovrapposizioni" o "incollature".
Per esempio un cubo e una sfera sono oggetti topologicamente equivalenti (cioè omeomorfi), perché possono essere deformati l'uno nell'altro senza ricorrere a nessuna incollatura, strappo o sovrapposizione; una sfera e un toro invece non lo sono, perché il toro contiene un "buco" che non può essere eliminato da una deformazione.
Anagolamente nel piano sono fra loro equivalenti cerchio ed ellisse.
Un classico esempio topologico è il nastro di Möbius di cui in figura che può essere facilmente realizzato partendo da una striscia rettangolare ed unendone i lati corti dopo aver impresso ad uno di essi mezzo giro di torsione, pari a 180°.

domenica 16 ottobre 2011

La Commedia nella Roma antica.



Il teatro greco classico ed il teatro romano,come in altri campi, sono alla base della cultura dei nostri giorni.
Cerchiamo di schematizzare i vari generi teatrali dell’antica Roma con specifico riferimento alla Commedia.

· I fescennini, cioè rappresentazioni drammatiche con frasi oscene che vengono tenute in campagna durante la vendemmia.

· I satura, che sono un insieme di danza, musica e canto.

· Il mimo in cui è dominante la gestualità.

· Le atellane o anche fabulae derivanti dalla città osca di Atella: si tratta di una commedia dell’arte in cui vi sono attori improvvisati forniti di maschera il come Maccus, Pappus, Buccus e Dossenus.
Nel periodo succesivo tra il 241 a.C e l’81 a.C

· Livio Andronico e Nevio creano una commedia nuova e cioè la Palliata, che ha individui ben caratterizzati come padre avaro, figlio prodigo,, cortigiana venale e servo astuto.
Nello stesso periodo:

· T.Maccio Plauto diviene il maggiore rappresentante della commedia latina di cui memorabili sono Anfitrione, Aulularia, Captivi, e Miles Gloriosus.
Successivamente si ha la commedia di Terenzio di cui una famosa commedia è Andria.
Oltre la commedia di Terenzio, in un periodo posteriore tra il 14 d.C e il 117d.C nascono il Mimo o la Pantomima i cui autori principali Anneo Lucano e Papinio Stazio.

sabato 15 ottobre 2011

Il barone di Münchhausen e le sue avventure.


Si tratta di una figura simbolica rappresentante un estroso spaccone, narratore di incredibili avventure corrispondente ad un personaggio realmente esistito (1720-1797) discendente di una nobile schiatta della bassa Sassonia. Condusse una vita avventurosa, prendendo parte a due guerre contro i Turchi.
Nella sua tenuta di Bodenweser per divertire gli ospiti, raccontava spesso le straordinarie avventure della sua vita movimentata che lo resero immortale come barone mendace.
Le avventure del barone sono molto popolari e sono oggetto di numerose pubblicazioni-
Dalle sue gesta prende il nome anche una patologia psichiatrica denominata appunto sindrome di di Münchhausen.
E’ una patologia apparente con cause psicologiche e sociali, provocata volontariamente dal paziente stesso e che produce segni clinici simili ad altre malattie.

giovedì 13 ottobre 2011

Quod scripsi scripsi




Nel vangelo di Giovanni (raffigurato da Bosch nel riquadro) si narra che Pilato, dopo aver fatto crocifiggere Gesù, fece apporre alla croce, come motivazione della condanna, una tavoletta con la scritta "Gesù Nazareno, re dei giudei" in ebraico, latino e greco, realizzando involontariamente una profezia messianica. I sommi sacerdoti gli dissero: "Non scrivere 'Il re dei giudei', ma che costui ha detto: 'Io sono il re dei giudei'". Pilato sbrigativamente rispose: "Quod scripsi, scripsi", facendo loro capire con tale risposta che non intendeva ritornare sulla decisione presa.
Fu in sostanza un atto d’orgoglio e di decisionismo da parte di Pilato che si er distinto nel corso del processo a Gesù per la sua remissività nei confronti degli Ebrei.

La locuzione latina tradotta come ciò che ho scritto, ho scritto è molto usata in italiano ed anche nelle altre lingue per dire che la decisone presa è irrevocabile e non suscettibile di modifiche.
Un'altra citazione analoga, ma che presenta tuttavia sfumature diverse può essere quel che è fatto è fatto.

mercoledì 12 ottobre 2011

Leges bonae ex malis moribus procreantur cioè le buone leggi nascono dai cattivi comportamenti.



E’ sempre istruttivo ricordare i modi di dire del passato ed in particolare quelli dell’antica Roma sempre alla base dei nostri costumi e delle nostre leggi.
Volgiamo l’attenzione al celebre detto:

Leges bonae ex malis moribus procreantur
cioè le buone leggi nascono dai cattivi comportamenti.
Ad esempio fino a poco tempo fa si poteva tranquillamente fumare ovunque, spesso in presenza di bambini, o in generale persone che di certo non volevano saperne di fumo; ora grazie alla nuova legge ciò non più possibile. Ecco dunque come nasce una legge buona (o ottima) da un cattivo comportamento.
Ed ancora gli automobilisti si comportano male sulle strade e spesso superano i limiti di velocità, con grave nocumento per tutti i cittadini.
Da questo cattivo comportamento nasce dunque l’esigenza di un codice della strada che regolamenti la circolazione degli autoveicoli.
Questa celebre citazione è attribuita a Ambrogio Teodosio Macrobio ( V secolo d.C) filosofo, scrittore , nonché studioso di astronomia e sostenitore della teoria geocentrica (tratto a lato in una raffigurazione medievale
Per curiosità Macrobio è anche il nome di un cratere lunare intitolato appunto al filosofo latino Ambrogio Teodosio Macrobio,probabilmente in ossequio alle sue conoscenze di astronomia.

lunedì 10 ottobre 2011

La simbologia di Sant'Antonio Abate.




In Oriente, come in Occidente ha avuto un ruolo fondamentale nella storia e nella cultura il monachesimo che assume ovviamente connotazioni diverse.
In oriente il monachesimo è soprattutto meditazione e si distingue in cenobitismo ed anacoretismo,mentre in Occidente prende sopravvento la regola di San Benedetto da Norcia ispirata al motto ora et labora.
Qui non intendiamo addentrarci nella storia del monachesimo, ma soltanto incentrare l’attenzione su Sant’ Antonio Abate, il monaco taumaturgo per antonomasia.
Antonio nacque a Coma in Egitto intorno al 251.Figlio di agiati agricoltori cristiani, abbandonò le agiatezze e seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità.
La sua iconografia è molto ricca. E’ rappresentato come un vegliardo con lunga barba bianca e saio da anacoreta, nel deserto sempre nell’atto di subire le tentazioni del deserto (riquadro centrale del trittico di Bosch)
Attributo principale di Sant’Antonio Abate è la gruccia a forma di T detta croce di Sant’Antonio molto diffusa in Egitto e tra i Copti.
Un altro attributo è il porcellino con una campanella che accompagna sovente nell’iconografia il Santo.
Il grasso del porcellino in epoca posteriore fu utilizzato dai monaci antoniani nel XI secolo ad arles in Francia per curare i malati di Herpes Zoster ( il popolare fuoco di Sant'Antonio)
Sant'Antonio è considerato comunque il protettore di tutti gli animli domestici e non solo del maiale.

domenica 9 ottobre 2011

Il segreto di Pulcinella.

Tempo fa mi dilettavo a scrivere storielle curiose e bizzarre
Eccone una!
REGOLE CANONICHE PER I SERVIZI SEGRETI
"La migliore segretezza è la pubblicità; sembra un non senso, ma è la semplice verità"
Tutti gli apprendisti alla scuola dei servizi segreti restarono attoniti di fronte alle parole del maestro degli spioni da cui si aspettavano l'insegnamento su sofisticatissime tecniche di segretezza. Invece l'insegnante espose nell'ora di lezione l'importanza di tenere sempre i cassetti aperti e di lasciare la scrivania cosparsa di carte messe alla rinfusa senza alcun ordine e riservatezza
Ed ancora."Sapete qual è la differenza tra una notizia secret ed una top secret? Se non lo avete ancora appreso, ve lo dico io. La notizia secret va letta rapidamente e poi cestinata. La notizia top secret va cestinata senza nemmeno leggerla. E' paradossale quanto vi dico , ma dimostra che l'informazione a carattere riservato non può esistere già nel momento che qualcuno ne sia a conoscenza.
Infatti appena qualcuno conosce qualcosa che ritiene documentata o classificata è per natura spinto a trasferirla ad un altro preoccupandosi però di fargli notare che è riservata. Cosi facendo, come per incanto, la notizia si diffonde in modo anche deformato magari tornando all'origine completamente travisata e ricca di particolari costruiti nel processo di trasmissione ."
Coloro che studiavano per diventare spie si convinsero della giustezza di queste idee e corsero subito ad aprire casseforti ed abolirono codici criptici e cifrati. Da allora nacque il vero regime di riservatezza basato sulla pubblicità delle notizie che soltanto per alcuni addetti ai lavori avrebbe rappresentato una fruttifera miniera di informazioni segrete.
Naturalmente è una provocazione!
Dobbiamo tuttavia prestare attenzione che poi il tutto non si riveli un segreto di Pulcinella di felice memoria nella storia della maschera napoletana.