domenica 23 ottobre 2011

Con le pive nel sacco.

Questo modo di dire rientra nell'ambito delle espressioni polirematiche (dal greco πολι-, molti e ρημα, parola) che si riferiscono a forme composte da più parole, che sono usate come un tutto unico, come ad esempio anche a iosa, capro espiatorio, gettare ai cani, cadere dal cielo Il termine pive è una designazione generica per vari strumenti musicali a fiato come il piffero, lo zufolo e in particolare la cornamusa.

Il detto deriverebbe dall'antica usanza militare ancora diffusa di suonare la tromba o la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria.
In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali che rimanevano chiusi negli appositi sacchetti di custodia oppure negli zaini dei soldati (nel sacco).
Una seconda ipotesi vede invece l'origine del modo di dire in un'usanza tipica del periodo natalizio, quando gli zampognari girano per il paese suonando cornamuse, zampogne o ciaramelle per raccogliere denaro alle porte delle case. Anticamente si accettavano anche doni di altro tipo, come cibo e vestiti, che venivano riposti in un sacco di iuta. Se si ricevevano pochi doni, nel sacco semivuoto c'era abbastanza spazio per mettere anche le pive.
L'espressione italiana con le pive nel sacco, spesso utilizzata in congiunzione con forme verbali predefinite come nelle frasi «ritornare, rimanere, ritirarsi con le pive nel sacco,significa dunque delusione e umiliazione per non aver ottenuto ciò che si voleva.

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