giovedì 15 dicembre 2011

L'iconostasi cardine fondamentale delle Chiese d'Oriente.

 

L'iconostasi (dal greco eikonostasion, eidonostasis, posto delle immagini, da eikon, immagine, e histemi posto) è una parete divisoria decorata con delle icone che separa la navata delle chiese ortodosse dal presbiterio (santuario) dove viene celebrata l'Eucaristia.
Le chiese di tradizione bizantina sono quasi tutte orientate con l’altare verso est, mentre la porta principale si trova ad ovest.
Mirabile esempio di chiesa che rispetta i canoni è quella del monastero di San Sergio in Russia.
Le chiese orientali si dividono in particolare  in tre parti: il vestibolo o nartece, la navata ed il santuario equivalente al presbiterio della tradizione   latina.
La navata è separata dal santuario da un tramezzo in legno o muratura chiamato iconostasi
Quella di centro, più larga e più ornata, è detta la porta bella  o la porta imperiale, che i semplici fedeli ed i chierici, non ancora ín sacris, non possono varcare. La porta bella è chiusa da due battenti di varia altezza e da una tenda . Solitamente rimane chiusa eccetto che in alcuni momenti particolari delle celebrazioni. Si trova in corrispondenza dell'altare . Le due porte laterali sono chiamate: quella di destra porta sud  o del Diakonikon e quella sinistra porta nord (voria) o della Prothesis. Da queste porte possono accedere nel santuario i chierici non ancora ordinati.
Contemporaneamente, in Occidente, vi era l’usanza di nascondere il presbiterio con un'iconostasi priva d’icone  con delle tende ( che scomparvero definitivamente solo in epoca barocca (XVII sec.).
Secondo il principio teologico che sta dietro a queste scelte  ancora inalterato in tutto l’oriente cristiano, le cose sante non possono essere svelate perché esiste una gradualità con la quale l’uomo viene educato e si avvicina alla fede. Lo stesso credente, oramai avanzato negli anni, conosce che non può sapere tutto e subito e che esiste sempre un limite oltre al quale il suo sguardo raziocinante flette le ali e cade al suolo.
Tale conoscenza  si è mantenuta inalterata in tutto l’Oriente cristiano.

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