sabato 5 novembre 2011

Il labirinto:simbolo e storia.


Il labirinto è una struttura dalla complessa simbologia.
E’ solitamente di vaste dimensioni, costruito in modo tale che risulti difficile per chi vi entra trovare l'uscita.Il labirinto nel linguaggio comune altro non è che un rompicapo.Si può definire anche come un tracciato inestricabile di strade, cioè come un dedalo (termine chiaramente nato dalla figura del mitico Dedalo, il leggendario costruttore del labirinto di Creta per il re Minosse il più noto tra quelli dell'antichità). Lo storico latino Plinio, nella sua Naturalis historia cita quattro labirinti: il labirinto di Cnosso a Creta, il labirinto di Lemno in Grecia, il labirinto di Meride in Egitto e il labirinto di Porsenna in Italia.
Durante il dodicesimo e il tredicesimo secolo, un tracciato a forma di labirinto (sempre unicursale) iniziò a essere raffigurato nella pavimentazione interna delle cattedrali gotiche, come nel caso del duomo di Siena e delle cattedrali di Chartres, Reims e Amiens in Francia. Questi labirinti rappresentano il cammino simbolico dell'uomo verso Dio, e spesso il centro del labirinto rappresentava la "città di Dio". La funzione del labirinto è quella di essere un simbolo del pellegrinaggio, o del cammino di espiazione: spesso veniva percorso durante la preghiera, e aveva la validità di un pellegrinaggio per chi non poteva intraprendere un vero viaggio. Con il passare del tempo, questa originale funzione andò perduta, e il labirinto sulla pavimentazione iniziò a essere visto sempre più spesso come "un gioco senza senso, una perdita di tempo
Il tema del labirinto è importante anche dal punto di vista culturale, Basi pensare allo scrittore argentino Jorge Luis Borges che dedica molte novelle al tema del labirinto che rappresenta il simbolo della imperscrutabilità del disegno divino nella creazione dell’universo.

venerdì 4 novembre 2011

Omne Trinum est perfectum.





E’ una citazione antica ed alla lettera significa che ogni triade è perfetta.
Non solo gli antichi vedevano nel numero tre la perfezione..
Il cristianesimo adora la trinità nelle persone del Padre, del figlio e dello Spirito Santo di cui nell’illustrazione una mirabile quadro del Masaccio.
Ed ancora il bramanesimo venera la Trimurti (Brahma, Visnù e Shiva rappresentanti il principio (creativo, conservativo e distruttivo).
Infatti Dante ad esempio sul numero tre e sui suoi multipli costruì l’impianto della Commedia
Sono tre le Parche, tre le Furie e tre le Grazie.
Ed ancora tre le caravelle di Colombo.
Il numero tre inoltre ha una forte connotazione giuridica: infatti il Digesto , cioè il compendio delle opere dei giuristi romani prescrive un minimo di tre persone per formare una società giuridicamente costituita.
Non dimentichiamoci tuttavia che il numero tre può avere un’accezione negativa: quando si dice ad esempio che una personaè tre volte buono può anche significare che è un citrullo.
Basti pensare alle cantiche che sono tre , ciascuna di 33 canti (99 più uno di introduzione) ed i versi raggruppati in terzine.
Tre sono le fiere della selva oscura e tre le donne del cielo: la Vergine, Lucia e Beatrice.
Nove sono i cerchi dell’inferno; nove sono i cieli e nove i cori angelici.

Luoghi comuni.

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giovedì 9 giugno 2011

Leges bonae ex malis moribus procreantur cioè le buone leggi nascono dai cattivi comportamenti.

E’ sempre istruttivo ricordare i modi di dire del passato ed in particolare quelli dell’antica Roma sempre alla base dei nostri costumi e delle nostre leggi.
Volgiamo l’attenzione al celebre detto:

Leges bonae ex malis moribus procreantur
cioè le buone leggi nascono dai cattivi comportamenti.
Ad esempio fino a poco tempo fa si poteva tranquillamente fumare ovunque, spesso in presenza di bambini, o in generale persone che di certo non volevano saperne di fumo; ora grazie alla nuova legge ciò non più possibile. Ecco dunque come nasce una legge buona (o ottima) da un cattivo comportamento.
Ed ancora gli automobilisti si comportano male sulle strade e spesso superano i limiti di velocità, con grave nocumento per tutti i cittadini.
Da questo cattivo comportamento nasce dunque l’esigenza di un codice della strada che regolamenti la circolazione degli autoveicoli.
Questa celebre citazione è attribuita a Ambrogio Teodosio Macrobio ( V secolo d.C) filosofo, scrittore , nonché studioso di astronomia e sostenitore della teoria geocentrica (tratto a lato in una raffigurazione medievale
Per curiosità Macrobio è anche il nome di un cratere lunare intitolato appunto al filosofo latino Ambrogio Teodosio Macrobio,probabilmente in ossequio alle sue conoscenze di astronomia.

 

Il grandissimo Galileo Galilei ebbe a dire in una delle sue opere

Infinita è la turba degli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla, assai sono quelli che sanno pochissimo di filosofia, pochi sono quelli che ne sanno qualche piccola cosetta, uno solo Dio è quello che sa tutto

Questa citazione di Galileo Galilei la dice lunga sul credo di Galilei e ciò avvalora la tesi che il discusso rapporto tra lo scienziato la Chiesa fu probabilmente frutto di una grande incomprensione,

Ed ancora Galileo disse “la Bibbia insegna come andare in cielo, non come va il cielo”».
Emerge chiaramente come non vi fosse un rapporto antitetico tra Galileo e la fede.

Ogni tanto quindi vale la pena di andare di approfondire cosa abbiano detto grandi filosofi e scienziati del passato in temi delicatissimi ed oggetto di dissertazioni infinite come quelli relativi ai rapporti tra scienza e fede

Questo è un classico caso che dimostra quindi come molte volte si valutino le cose secondo luoghi comuni non rispondedenti ad alcuna.

giovedì 3 novembre 2011

Minimalismo in arte figurative, musica e letteratura.



Il minimalismo è una corrente artistica nata principalmente degli Stati Uniti negli anni sessanta e settanta.Il termine venne usato per la prima volta dal filosofo dell'arte inglese Richard Wollheim nel saggio intitolato appunto Minimal Art,si basa sulla riduzione della realtà: l'arte è puramente astratta, oggettiva ed anonima, priva di decorazioni superficiali o caratteri espressivi.
Nell'architettura (nel riquadro Museo dell'arte di Bregenz in Austria), nella pittura e nel disegno minimalista le rappresentazioni sono monocromatiche, spesso realizzate su griglie e matrici di tipo matematico. Le elaborazioni di arte minimalista sono in grado di evocare, seppure astratte in forma e contenuto, formi emozioni e stati esistenziali.
Nella scultura vengono impiegati materiali e procedimenti industriali per ottenere forme geometriche, spesso riproposte in serie. I materiali maggiormente utilizzati sono acciaio, perspex e tubi fluorescenti. Il messaggio che gli scultori vogliono dare a queste opere non punta sulla perfezione visiva, ma sull'esperienza di un contatto fisico con l'osservatore.
Il minimalismo può considerarsi una reazione all'espressionismo astratto, corrente d'arte moderna di fine anni cinquanta.
La definizione si deve al compositore inglese Michael Nyman che, in qualità di critico musicale, intorno al '68, introdusse il termine per identificare, in modo estremamente sintetico ed efficace una forma musicale che andava sviluppandosi e diffondendosi negli Stati Uniti, caratterizzata, per così dire, da una estrema riduzione delle trame sonore.
A tale termine è associato quello di musica "ripetitiva", dato che lo sviluppo della composizione avviene per mutamenti graduali, finanche impercettibili, con modalità "ripetitive"
Gli autori : almeno quattro i padri riconosciuti negli Stati Uniti e cioè La Monte Young Terry Riley Steve Reich Philip Glass.
Il minimalismo in letteratura è caratterizzato dall'uso economico delle parole e dalle descrizioni superficiali.Gli autori minimalisti evitano gli avverbi e preferiscono lasciare al contesto il ruolo di definire il significato.

mercoledì 2 novembre 2011

La Fata morgana: mitologia ed ottica fisica.

La leggenda della fata morgana,presente ampiamente nella letteratura di tutti i tempi, affonda fortemente le radici in Sicilia con specifico riferimento all’area dello Stretto.
Si narra che durante le invasioni barbariche in agosto, mentre il cielo e il mare erano senza un alito di vento, e una leggera nebbiolina velava l'orizzonte, un'orda di conquistatori dopo avere attraversato tutta la penisola giunse alle rive della città di Reggio e si trovò davanti allo stretto che separa la Calabria dalla Sicuilia
A pochi chilometri sull'altra sponda sorgeva un'isola - la Sicilia - con un gran monte fumante - l'Etna - ed il Re barbaro si domandava come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni, quindi impotente davanti al mare. All'improvviso apparve una donna molto bella, che offrì l'isola al conquistatore, e con un cenno la fece apparire a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, i monti, le spiagge, le vie di campagna e le navi nel porto come se potesse toccarli con le mani. Esultando il Re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l'isola con un paio di bracciate, ma l'incanto si ruppe e il Re affogò miseramente.
Tutto infatti era un miraggio, un gioco di luce della bella e sconosciuta donna, che altri non era se non la Fata Morgana
Questa leggenda originaria anche della mitologia celtica, è presa a prestito dall’ottica fisica che descrive la fata Morgana come un tipo di miraggio in cui l'immagine apparente muta velocemente forma; viene così chiamato per la caratteristica di riprodurre il soggetto a una elevazione dal suolo
In Italia, questo raro fenomeno si manifesta nelle calde giornate estive :dalla costa calabrese dello Stretto di Messina si può vedere la Sicilia più vicina del normale con immagini distorte e riflesse sul mare o sul suolo;
Un simile fenomeno ottico può verificarsi anche nelle assolate giornate estive nelle sterminate campagne attorno ad Alberese nella Maremma grossetana ed in questi casi, gli sterminati spazi aperti privi di alberi, prevalentemente coltivati a campi di grano e girasoli vengono illuminati direttamente da una potente luce solare che , attraversando un'atmosfera particolarmente tersa, crea tale effetto rifrattivo.

martedì 1 novembre 2011

Un simbolo apotropaico: il corallo



Non è infrequente imbattersi nel termine apotropaico dal greco αποτρέπειν, apotrépein = "allontanare") Viene solitamente attribuito ad un oggetto o persona atti a scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni.
E’ molto usato anche in campo letterario ove assume il carattere di rito che allontana il male e dunque esorcizzante
Si può intendere come suo sinonimo anche l'atto dello scongiurare, come ad esempio i riti apotropaici che venivano riservati ai generali dell'antica Roma in trionfo.
Si incontrano oggetti apotropaici anche in ambito filosofico: Nietsche sosteneva, ad esempio, che il senso del pudore esiste ovunque vi sia un mistero, e che in questo caso la "funzione apotropaica" del pudore sia appunto allontanare la paura dell'oggetto misterioso.
Si parla ad esempio di monile apotropaico, rito o gesto apotropaico.
Anticamente un manufatto realizzato con materiali preziosi non era considerato esclusivamente un oggetto di valore e di lusso; spesso era un simbolo o un segno distintivo con cui comunicare un messaggio. Spesso l’oggetto veniva utilizzato per curare malattie o sconfiggere il male proveniente da demoni invisibili; ciò spiega il motivo per il quale un gioiello veniva posto nelle parti del corpo che non erano protette dagli indumenti, come collo, polsi e capelli. Uno dei materiali maggiormente legato a un valore apotropaico è, per l’appunto, il corallo.
Il corallo è un simbolo apotropaico.
Nella tradizione antica il corallo è legato al sangue e alla vita. Anche antichi trattati magici, medicali e astrologici, scritti da studiosi di cultura greca, annoverati tra i Magi e i Caldei, attribuivano al corallo un elevato valore terapeutico
Ne parlano diffusamente Ovidio nelle Metamorfosi e Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, Quest’ultimo ricorda in particolare come il corallo utilizzato a fini terapeutici: veniva ingerito tritato e mescolato con sostanze liquide, per la cura del sonno, contro la febbre o con funzione astringente e disinfiammante, se mescolato con i colliri.
Anche per il Cristianesimo il corallo è un importante simbolo apotropaico come testimoniano grani, di rosari, collane e ramoscelli. Mirabile in particolare è la Madonna di Senigallia detta del corallo di Piero della Francesca
Ancora in epoca rinascimentale e barocca al corallo veniva attribuita tale funzione terapeutica: numerosi sono, infatti, i ritratti in queste due epoche in cui i fanciulli venivano raffigurati con un rametto pendente da una cintura o una collana.

La palma: iconografia e simbologia



Quando si ammira un a palma il pensiero va alla storia dell’arte ed alla sua importante simbologia.
Chi non ricorda ad esempio l’affresco di Pietro Lorenzetti rappresentante la fuga in Egitto mirabilmente descritta dal Vangelo di Matteo ed ed in cui fa da protagonista tra l’altro una palma in un certo senso contro natura perchè curva?
La sua simbologia è molto importante ed i testi di solito parlano della palma del dattero che ha una grande importanza nelle zone aride meridionali che si affacciano sul Mediterraneo. La palma, ancor prima del Cristianesimo era ritenuta sacra, come dimostra il fatto che il Dio Sole era spesso raffigurato sopra la chioma di una palma.
L'antica simbologia della palma del martirio e, in generale, la palma intesa come simbolo del Cristianesimo, si collega anche essa all'Oriente, cioè alla terra dove maggiormente si trova questo albero slanciato e vigoroso con possenti pennacchi di foglie disposti a raggio come quelli del sole. Il legame con il martirio è dovuto al fatto che nell'iconografia cristiana ai martiri la palma era spesso associata.
Il suo significato è quello della vittoria, dell'ascesa, della rinascita e dell'immortalità. Si collega anche alla fenice e ha la funzione di albero della vita. Questa simbologia, presente fin dall'epoca paleocristiana è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che come fiorirà la palma così farà il giusto: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso.