sabato 19 maggio 2018
notazioni storiche: Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire...
notazioni storiche: Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire...: Un detto popolare celebre è Le ginocchia fanno Giacomo Giacomo. Perchè? Non vi sono interpretazioni univoche. Comunque, attorno a q...
Le ginocchia fanno Giacomo,Giacomo:un modo di dire con più interpretazioni.
Un detto popolare celebre è
Le ginocchia fanno Giacomo Giacomo.
Perchè?
Non vi sono interpretazioni univoche. Comunque, attorno a questa tipica espressione popolare sono
state formulate tre vie interpretative: la prima legata al mondo
contadino francese, la seconda legata al cammino di Santiago e infine la
terza legata al suono onomatopeico.
Derivazione francese:
Nel 1358 durante la guerra dei Cent'anni, un gruppo di contadini
francesi esasperati dal peso delle tasse, diedero il via ad una rivolta.
In quel periodo i contadini usavano indossare “la Jacque”, una
giacchetta leggera irrobustita con fili di ferro, dalla quale gli
aristocratici presero spunto per identificarli in modo dispregiativo,
con l'espressione “Jacques Bonhomme” ossia “vigliacco” o “imbecille"
Successivamente in Francia divenne popolare il modo di dire: “Faire le Jacques” che si può tradurre in italiano con: “fare lo sciocco o fare il vigliacco” e propri quest'ultima indicherebbe il rumore delle ginocchia dei contadini che tremavano per la paura, di fronte alle milizie.
Una seconda interpretazione ritiene invece che il termini derivi dall'implorazione dei pellegrini verso San Giacomo, i quali chiedevano il suo aiuto per proseguire il lungo cammino nonostante le ginocchia vacillanti per la stanchezza
L'ultima ipotesi si basa infine sul suono onomatopeico dello scricchiolio delle ginocchia quando sono particolarmente stanche, che farebbero quindi “giac giac” o “ciac ciac”.
venerdì 8 dicembre 2017
notazioni storiche: Lo scarica a barile: ieri, oggi e domani.
notazioni storiche: Lo scarica a barile: ieri, oggi e domani.: Dalla liturgia della Messa del 8 dicembre 2017. Si legge nella Genesi: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato de...
Lo scarica a barile: ieri, oggi e domani.
Dalla liturgia della Messa del 8 dicembre 2017.
Si legge nella Genesi:
Si legge nella Genesi:
«Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di
cui ti avevo comandato di non mangiare?».
[12]Rispose
l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e
io ne ho mangiato». [13]Il Signore Dio disse alla donna: «Che
hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho
mangiato».
Come si può rilevare un autentico scaricabarile: l'uomo incolpa la donna e la donna scarica sul serpente.
A prescindere dagli aspetti di fede, è sempre esistito dunque nella storia dell'umanità il pessimo andazzo dello scarica a barile.
venerdì 1 dicembre 2017
Per un punto Martino perse la cappa
La storiella risale al XVI secolo:
Martino era abate del monastero di Asello. Volendo abbellire la sua abbazia, decise di apporre sul portale principale un cartello di benvenuto che recitasse: "Porta patens esto. Nulli claudatur honesto" ossia "La porta sia aperta. A nessuna persona onesta sia chiusa" (oppure anche "Porta, rimani aperta. Non chiuderti a nessun uomo onesto").
La frase era bella e ospitale ma chi esegui' l'incisione, nello scriverla, mise il punto dopo la parola nulli anziche' dopo esto.
L'iscrizione divenne cosi': "Porta patens esto nulli. Claudatur honesto" ossia "La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa alle persone oneste".
E da allora si usa spesso dire per "un punto Martin perse la cappa.
domenica 19 febbraio 2017
LA LEZIONE DI MATEMATICA
La campanella suonò l’inizio della lezione di matematica e
gli alunni erano già annoiati al solo
pensiero di dovere ascoltare per un’ora circa l’arida teoria dei numeri..
Il maestro era quel giorno di buon
umore e disse:
Ragazzi oggi, invece di fare la solita
lezione,vi racconterò la seguente storiella:
“In un angolo riposto della terra si
radunarono tutti i numeri della decina,che dopo tanto lavoro decisero di
passare insieme un week-end.
Presero in affitto un albergo tutto per
loro ove alloggiarono comodamente.
Il numero uno si sentiva molto
importante perché era il primo numero della decina da cui prende origine l'arte
del contare.
Il numero due era fiero di avere
introdotto il concetto della pluralità.Senza di lui infatti non sarebbe
possibile un dialogo od un incontro tra due persone.
Il numero tre era molto tronfio perché
da sempre si era parlato di lui come il numero perfetto: in lui infatti
scienziati, filosofi, ed artisti avevano sempre visto la perfezione.
Il numero zero poi aveva il fascino
della non esistenza: bastava infatti che moltiplicasse un numero anche di un
elevatissimo numero di cifre per annientarlo completamente:
Egli poi rappresentava lo spartiacque
tra i numeri positivi e quelli negativi ed era l'origine di ogni misurazione.
Era scansato da tutti, ma in fondo anche
temuto e rispettato per
questa sua immensa potenza.
Una famiglia a sè era quella dei numeri
primi che erano mal disposti a trattare con gli altri.
Poiché erano tutti in vacanza
convennero di beffare l'umanità e di scambiarsi i ruoli nelle regole elementari
del contare. Ne venne fuori una torre di Babele: ragionieri, ingegneri,fisici
non ci capirono più nulla; le loro equazioni non ebbero più soluzioni e tutto
il mondo entrò in sconquasso.”
I ragazzi, dopo avere ascoltato con
attenzione la storiella,compresero quanto fosse importante avere dimestichezza
con la matematica per far tornare i....conti.
martedì 10 gennaio 2017
Chi è Longino?
Partiamo dai Vangeli!
Nessun riferimento risulta nei Vangeli ufficiali.e
Nel Vangelo di Giovanni se ne parla mcome uno dei soldati che colpì il fianco di Gesù con la lancia e subito ne uscì sangue ed aceto ed acqua.
Il nome di Longino viene fatto soltanto in una versione apocrifa degli Atti di Pilato. La lancia utilizzata fu conosciuta come la Lancia Sacra, lancia del Destino o lancia di Longino e narrata nella leggenda del Santo Graal.Se ne parla dunque molto sia nella tradizione orientale che in quella occidentale.
Nel Vangelo di Giovanni se ne parla mcome uno dei soldati che colpì il fianco di Gesù con la lancia e subito ne uscì sangue ed aceto ed acqua.

Ambedue le tradizioni dicono che Longino
abbandona la milizia, viene istruito nella fede dagli apostoli e se ne
va a Cesarea di Cappadocia dove conduce una vita di santità,
prodigandosi per la conversione dei gentili, ed infine subisce il
martirio morendo decapitato.
Tuttavia la passio del martire
diventa ancora diversa fra le due tradizioni: in quella latina egli è un
soldato isaurico che viene arrestato e processato dal preside di
Cesarea di Cappadocia, Ottavio che a sua volta si converte come pure il
suo segretario Afrodisio che subisce anch’egli il martirio; in quella
greca egli è nativo di Cesarea dove infatti si ritira in un possedimento
paterno, poi sobillato dai giudei, Ponzio Pilato lo accusa
all’imperatore come disertore e lo fa uccidere da due sicari, la testa
del martire viene portata a Gerusalemme e mostrata a Pilato e poi
gettata nell’immondizia, in seguito viene recuperata da una vedova
miracolosamente guarita dalla cecità.
Il
Martirologio Romano seguendo quello Geronimiano lo celebra il 15 marzo
mentre gli orientali, anche in questo divisi, in massima parte lo
celebrano il 16 ottobre.
Gli artisti in ogni tempo sono stati
attratti dalla singolarità del personaggio e abbinandolo alla scena
della crocifissione con lancia o senza lancia, l’hanno immortalato nelle
loro opere; è importante ricordare che nella grande basilica di S.
Pietro, alla base di uno dei quattro enormi piloni che sorreggono
l’immensa cupola e che circondano lo spazio dell’altare con il
baldacchino del Bernini, vi è la grande statua di s. Longino, dello
stesso Bernini, centurione che per primo riconobbe la divinità di
Cristo.
Nella diocesi di Mantova la sua memoria si celebra il 15 marzo.
Celebre è il romanzo di Louis
de Wohl (1903-1961),lo scrittore tedesco naturalizzato
inglese che ci ha lasciato biografie di uomini illustri, di filosofi, e di Santi.
In questo caso, invece, l’autore si confronta con il centurione, che
assisté alla crocifissione di Nostro Signore ed affondò la lancia nel
Suo costato per constatarne la morte.
Iscriviti a:
Post (Atom)