La campanella suonò l’inizio della lezione di matematica e
gli alunni erano già annoiati al solo
pensiero di dovere ascoltare per un’ora circa l’arida teoria dei numeri..
Il maestro era quel giorno di buon
umore e disse:
Ragazzi oggi, invece di fare la solita
lezione,vi racconterò la seguente storiella:
“In un angolo riposto della terra si
radunarono tutti i numeri della decina,che dopo tanto lavoro decisero di
passare insieme un week-end.
Presero in affitto un albergo tutto per
loro ove alloggiarono comodamente.
Il numero uno si sentiva molto
importante perché era il primo numero della decina da cui prende origine l'arte
del contare.
Il numero due era fiero di avere
introdotto il concetto della pluralità.Senza di lui infatti non sarebbe
possibile un dialogo od un incontro tra due persone.
Il numero tre era molto tronfio perché
da sempre si era parlato di lui come il numero perfetto: in lui infatti
scienziati, filosofi, ed artisti avevano sempre visto la perfezione.
Il numero zero poi aveva il fascino
della non esistenza: bastava infatti che moltiplicasse un numero anche di un
elevatissimo numero di cifre per annientarlo completamente:
Egli poi rappresentava lo spartiacque
tra i numeri positivi e quelli negativi ed era l'origine di ogni misurazione.
Era scansato da tutti, ma in fondo anche
temuto e rispettato per
questa sua immensa potenza.
Una famiglia a sè era quella dei numeri
primi che erano mal disposti a trattare con gli altri.
Poiché erano tutti in vacanza
convennero di beffare l'umanità e di scambiarsi i ruoli nelle regole elementari
del contare. Ne venne fuori una torre di Babele: ragionieri, ingegneri,fisici
non ci capirono più nulla; le loro equazioni non ebbero più soluzioni e tutto
il mondo entrò in sconquasso.”
I ragazzi, dopo avere ascoltato con
attenzione la storiella,compresero quanto fosse importante avere dimestichezza
con la matematica per far tornare i....conti.
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