lunedì 12 dicembre 2011

La sidrome di Stendhal.

Tra le affezioni psicosomatiche non infrequenti  si annovera come frequente la sindrome di Stendhal il grande scrittore e viaggiatore in Italia nel 1800.
Egli, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione che riportò nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio":
"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce a Firenze, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere." 
Tale disagio invalidante costituito da tachicardia, capogiro, vertigini, confusione ed anche allucinazioni soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati è stato compiutamente studiato soltanto a partire dagli ’80 del secolo scorso
Nei casi più gravi il visitatore durante una permanenza in un museo  è colpito da una grave forma di isteria che può portare anche alla distruzione dell’opera d’arte.

Il mecenatismo.

Oggi si parla spesso di mecenatismo che nella sua accezione più generale al sostegno ad attività come il restauro di monumenti o attività sportive. 
Il termine trae spunto dalla figura di mecenate eponimo che fu un influente consigliere dell’imperatore romano Augusto  che formò un circolo di intellettuali e poeti che sostenne nella loro produzione artistica.
Egli formò un circolo di intellettuali e di poeti che protesse, incoraggiò e sostenne nella loro produzione artistica. Fra questi si possono annoverare Orazio,Virgilio e Properzio Molte opere di questi poeti sono a lui dedicate.
Con questo suo atteggiamento egli contribuì efficacemente ad elevare il tono della vita letteraria e culturale dell'era di Augusto, contribuendo così ad illustrare l'immagine di Roma.
Nel Rinascimento italiano il mecenatismo è collegato al fenomeno della magnificenza. Tra gli esempi più noti di mecenatismo nella storia seguente vi è quello di Firenze, dove i signori della città, i Medici, sostennero e patrocinarono numerosi artisti al fine di dare lustro alla propria casata: Cosimo il Vecchio (1389-1464) e suo nipote Lorenzo il Magnifico (1449-1492) radunarono a corte i migliori artisti, letterati, umanisti e filosofi del tempo: alcuni per tutti, Michelozzo, Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, Antonio Pollaiolo e Sandro Botticelli.

domenica 11 dicembre 2011

Paga pantalone.

E’ ormai tempo di Carnevale ed appare opportuno riportare  modi   di dire che traggono origine e significato dalle vicende narrate nella Commedia dell’arte veneziana.
Molto noto è il detto tanto paga pantalone, ahimè frequente ai giorni d’oggi ove  sono diffusi abusi e sperperi di ogni genere.
Pantalone nasce a Venezia intorno alla metà del '500,e rappresenta il tipico mercante vecchio, avaro e lussurioso.
E’ un ricco mercante che in passato ha accumulato una fortuna con traffici e commerci d’ogni genere.E' avaro e diffida di tutto, si perde in chiacchiere inutili e banali, ma è galante e gentile solo con le donne con cui si comporta come un vero dongiovanni, anche se non ha più l’età. Spesso per queste sue smanie da strapazzo si invischia in pasticci d’ogni genere da cui ne esce a fatica allentando i cordoni della borsa. Personaggi del genere purtroppo non sono rari.
E’ un modo di dire che si usa pertanto per deprecare, ma con una certa fatalistica rassegnazione, gli sperperi del pubblico denaro da parte dello Stato e delle sue Amministrazioni.

sabato 10 dicembre 2011

L'ignoranza socratica ovvero il sapere di non sapere.

E’ben noto a coloro che hanno studiato la storia della filosofia nelle scuole secondarie il pensiero di Socrate, il filosofo greco padre della maieutica sia alla base dell’evoluzione del pensiero umano.
Un tema su cui molto si discute, che affonda le adici nlla filosofia socratica è quello della docta ignoranza ripreso poi da Sant’Agostino e Niccolò Cusano. il grande filosofo ed umanista del 'quattrocento-
Per docta ignorantia s'intende che quanto si conosce, lo si conosce solo perché si è in grado di sapere quello che non si conosce. Questa ignorantia diventa stimolo verso una nuova comprensione, più completa.
In tal caso ben venga l’ignoranza del dotto cioò di colui che sa di non sapere e conosce i propri limiti.
Non sfugge a molti come oggi la docta  ignorantia sia messa un po’ sotto i piedi!
E ciò per usare soltanto un eufemismo perchè molti parlano addirittura senza riflettere.

venerdì 9 dicembre 2011

Pecunia non olet.

E’ difficile trovare qualcuno che non abbia utilizzato  i servizi igienici pubblici per esigenze fisiologiche.

Ebbene questi ambienti oggi chiamati Toilettes un tempo erano denominati "Vespasiani", a ricordo del fatto che l’imperatore Vespasiano (9dc -79dc) avesse elevatouna tassa sul loro utilizzo da parte dei cittadini.

In tale contesto sembra sia nata la citazione Pecunia non olet che tradotta significa il denaro non puzza.

La leggenda vuole appunto che questa frase fosse attribuita a Vespasiano a cui il figlio Tito aveva rimproverato appunto la famigerata tassa sui servizi pubblici

Ma perché una tassa? All’epoca le urine servivano per estrarre l’ammoniaca usata per la concia delle pelli.

Si narra che Tito tirasse alcune monete in uno dei bagni proprio in segno di sfida al padre che le raccolse e portandole vicino al naso pronunciò le fatidiche parole.

E’ una citazione che si è tramandata nei secoli ed è usata ironicamente per porre in evidenza che, qualunque sia la sua provenienza, il denaro è sempre denaro.

giovedì 8 dicembre 2011

La regola benedettina e il cibo.

E’ sempre istruttivo acculturarsi sulle regole monastiche di cui la più famosa è senza dubbio quella benedettina.
L’espressione celebre ora et labora è l’asse portante di un complesso di regole che investono tutti gli aspetti della vita monastica e tra questi anche quelle connesse con il cibo.
In particolare  i Capitoli XXXIX e XL e XLI  della regola  prescrivono  la quantità e qualità del cibo: due pasti al giorno durante i quali si consumano due piatti di cibo cotto ciascuno. Una libbra (circa 450g) di pane ed una heminaa (un'antica unità di misura romana pari a circa un quarto di litro) di vino per ciascun monaco. La carne è proibita a tutti eccetto che ai malati e a chi era debilitato fisicamente. Tra le facoltà dell'Abate, inoltre, c'è anche la possibilità di aumentare le porzioni quotidiane, se lo reputa necessario.
Come si vede sono norme fondamentali per la salute del monaco che certamente  doveva curare il proprio stile di vita per essere efficiente ed in grado di ottemperare ai precetti benedettini.

mercoledì 7 dicembre 2011

Luoghi comuni.

Il grandissimo Galileo Galilei  ebbe a dire in una delle sue opere

Infinita è la turba degli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla, assai sono quelli che sanno pochissimo di filosofia, pochi sono quelli che   ne sanno qualche piccola cosetta, uno solo Dio è quello che sa tutto

Questa citazione di Galileo Galilei la dice lunga sul credo di Galilei e ciò avvalora la tesi che il  discusso rapporto tra lo scienziato  la Chiesa fu probabilmente frutto di una grande incomprensione,

Ed ancora Galileo disse “la Bibbia insegna come andare in cielo, non come va il cielo”» 
Emerge chiaramente come non vi fosse un rapporto antitetico tra Galileo e la fede.

Ogni tanto quindi  vale la pena di andare  di approfondire cosa abbiano detto grandi filosofi e scienziati del passato  in temi delicatissimi ed oggetto di dissertazioni infinite come quelli relativi ai rapporti tra scienza e fede  

Questo è un classico caso che dimostra  quindi come molte volte si valutino le cose secondo luoghi comuni   non rispondedenti ad alcuna.