martedì 5 gennaio 2021

Il primo Concilio ecumenico di Nicea: lineamenti essenziali e principi costitutivi.

 


Nella storia della Chiesa assumono un ruolo rilevante i Concili, fondamentali, sia per  dirimere controversie di fede, sia per indicare orientamenti generali di morale.
Nel corso dei secoli numerosi sono state le assemblee conciliari  raggruppabili in sinodi, concili regionali ed ecumenici.
Per quanto riguarda questi ultimi, la Chiesa cattolica ne riconosce ventuno compresi il Vaticano II, oltre a quello tenutosi nel  69 (Atti degli Apostoli) a Gerusalemme con la presidenza dell'apostolo Pietro per dirimere la controversia sulla circoncisione.
Per gli storici della Chiesa, il primo concilio ecumenico è quello tenutosi nel 325 a Nicea, un'antica città dell'Asia Minore (oggi Iznik, Turchia).
Per comprendere appieno la portata storica del primo Concilio Niceno è necessario  prendere come riferimento anzitutto l'editto di Milano, emanato nel 313 d.C. che sancì la fine delle persecuzioni contro i cristiani.
Con questo atto di tolleranza, Costantino iniziò a considerare la religione cristiana come un affare di Stato fondamentale per contrastare le spinte disgregative dell'impero. 
Costantino si mostrò sin dall'inizio preoccupato del fatto che il Cristianesimo fosse tuttavia attraversato da serie dispute teologiche ed interpretazioni eretiche.
La Chiesa  era infatti  lacerata essenzialmente dall'eresia del vescovo Ario che negava la vera e propria divinità di Cristo, considerato come un uomo nato normalmente da una donna e poi adottato in modo speciale da Dio.
Secondo Ario quindi   Cristo non era Dio, ma simile -in greco "omoioùsios"-al Padre, e non identico, in greco "omooùsios".
Quattro anni prima prima nel 321, invero  un sinodo locale, convocato dal vescovo Alessandro, aveva già scomunicato Ario, che tuttavia con i suoi seguaci continuava a dividere la Chiesa con la sua eresia.
Affiorava anche un altro contrasto in merito alla data giusta per la celebrazione della Pasqua.
Costantino decise quindi di intervenire personalmente  per riportare l'unità nel Cristianesimo e perciò indisse nel 325  a Nicea il  concilio per riportare l'unità nella Chiesa.
Le fonti storiche , anche se non unanimi, attestano che  Costantino aveva invitato tutti i 1800 vescovi della chiesa cristiana (circa 1000 in Oriente  e 800 in Occidente, ma a partecipare sarebbero stati  più o meno 300, di cui la maggioranza proveniente da Oriente.
Ad aprire i lavori fu proprio Costantino, mantenendo saldamente nelle proprie mani la regia dell'evento per l'intera durata del Concilio.
Il concilio incentrò dunque l'attenzione prioritariamente  sulla controversa ariana che fu condannata alla presenza dello stesso Ario e del suo seguace Eusebio di Nicomedia  che sostennero ostinatamente le proprie idee.
Si giunse, alla fine dei lavori conciliari,  alla definizione del "Simbolo Niceno" ovvero di una formula che esprime la sostanza della fede. Fu proclamata la piena consustanzialità di Cristo, vero Dio, con il Padre e lo Spirito Santo.
Cristo non è creato, ma generato dal Padre prima di tutti i secoli incarnato in Gesù di Nazareth  e poi veramente crocifisso e risorto, a smentita delle teorie gnostiche che negavano incarnazione e mortalità.
La formula del Credo, proclamata  a Nicea nel 325,  fu in realtà ripresa e ritoccata nel 381 nel Concilio di Costantinopoli, divenendo quella definitiva che si recita ancora oggi nelle celebrazioni liturgiche.
Non fu l'unica decisione assunta a Nicea.
Fu  infatti definita anche la condotta da assumersi per la riammissione dei cosiddetti "lapsi", cioè di coloro che avevano tradito la fede per paura ai tempi  delle persecuzioni e per il battesimo degli eretici che si convertivano alla vera fede. Fu anche deciso che la Pasqua fosse distinta da quella ebraica e coincidesse come data nella prima domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di Primavera.
Di non minore importanza fu l'approvazione a Nicea di parecchi canoni , cioè di regole pratiche per la Chiesa e soprattutto del riconoscimento della preminenza del Vescovo di Roma seguito da quelli di Alessandria e Gerusalemme.
Il Concilio si concluse solennemente il 25 luglio del 325, proprio nel  giorno del ventesimo anniversario dell’imperatore Costantino, che nella orazione finale ribadì la proibizione delle dispute cristologiche e proclamò trionfante la raggiunta nuova unità reale di tutta la Chiesa.

In realtà non fu affatto così perché l'unità della Chiesa proclamata da Costantino  si rivelò effimera in quanto  l'eresia cristologica di Ario continuò a serpeggiare per ancora molto tempo.
Furono necessari ulteriori interventi conciliari in fasi successive per debellare definitivamente l'eresia ariana e per definire altre controversie non meno spinose come ad esempio quelle sulla Trinità e su Maria, madre di Dio.


 



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