Il primo concilio ecumenico di Costantinopoli: la riaffermazione del "Credo Niceno".
Perdurano nel secolo IV gli impetuosi venti delle eresie e delle dispute cristologiche.
Non è stato sufficiente il Concilio ecumenico di Nicea del 325 ad abbattere l'eresia di Ario che continua a serpeggiare nell'organizzazione della Chiesa tra vescovi e fedeli.
Dopo il Concilio di Nicea l’eresia ariana, per la quale Gesù di Nazareth era soltanto un uomo, poi adottato da Dio, continua infatti a fare ancora proseliti.
Lo stesso imperatore Costantino, che pure aveva presieduto Nicea, sembra incline per ragioni politiche a favorire i vescovi ariani.
Gli eventi prendono un'altra piega con l'avvento di Teodosio il Grande che già nel 380 con l’editto "Cunctos Populos", aveva voluto riaffermare solennemente che il canone, cioè la “regola” della fede che misurava l’appartenenza alla Chiesa, era “la fede di Pietro”.
Teodosio imperatore, salito al trono nel 379 convoca una nuova riunione solenne, stavolta presieduta non da lui, ma dai vescovi Melezio di Antiochia (chiesa fondata da Pietro, e seconda solo a Roma),Gregorio di Nazianzo ed altri.
Vi partecipano 150 vescovi, tutti orientali, nel maggio del 381. (A Roma c’era Papa Damaso I, la cui autorità era già indiscussa).
La prima importante decisione del nuovo Concilio è la riaffermazione del Credo di Nicea, ovvero della vera divinità di Cristo contro l’eresia ariana.
E' formulata dunque la professione di fede detta Credo “niceno-costantinopolitano” che afferma la divinità del Padre, del Figlio eterno incarnato in Gesù di Nazareth e dello Spirito Santo. ma con l’esplicita menzione anche dello Spirito Santo, in contrasto con l'eresia degli Pneumatomachi, che combattono contro l’affermazione della divinità dello Spirito Santo.
Non si tratta tuttavia di un'affermazione del tutto esauriente perché i Padri del concilio di Costantinopoli lasciano aperta la questione del filioque, ovvero della processione dello Spirito Santo dal Padre (attraverso il figlio secondo i Greci e dal Padre e dal figlio secondo i Latini).
Il concilio condanna anche l'eresia detta apollinarista, dal nome del vescovo Apollinare che per primo l'aveva formulata.
Costoro, in contrasto con gli ariani affermano che Gesù di Nazareth, vero Dio, è solo in forma imperfetta uomo, senza vera anima umana la cui funzione viene svolta dalla stessa divinità.
Inoltre il Concilio aggiunge anche per la prima volta il nome di Naria nel Credo, ponendo le basi per le discussioni che si avranno nel Concilio di Efeso riguardo alla natura della madre di Dio (Theotokòs).
Oltre alle regole dottrinali il Concilio sancisce norme che regolano la vita pratica delle Chiese del tempo, delimitando le province ecclesiastiche, indipendenti l’una dalle altre.
Viene stabilito altresì che Costantinopoli è la seconda Roma.Il Vescovo di Costantinopoli è collocato al secondo posto nell'ordine gerarchico dopo il Vescovo di Roma.
Il primo Concilio di Costantinopoli è dunque determinante insieme a quello di Nicea ed ai successivi di Efeso e Calcedonia nella soluzione delle questioni trinitarie e cristologiche.
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